PORTICCIOLO E IL LUNGOLAGO
Dopo i lavori di ricostruzione iniziati nel 2009, il lungolago di Malgrate è diventato un luogo moderno molto frequentato sia dai cittadini, sia dai turisti. In passato aveva una diversa fisionomia: vicino al molo vi era una spiaggia in ciottoli che scendeva a lago dove le donne venivano a lavare i panni e dove le barche venivano attraccate. Questo luogo, facente parte del vecchio nucleo, era tra i più vivi, in quanto la maggior parte delle attività venivano svolte lì.
Il molo e il porticciolo erano estremamente utilizzati, in quanto all’epoca la viabilità lacustre era maggiore. Molti malgratesi infatti lavoravano come barcaioli per trasportare le persone a Lecco e Parè.
Dopo i lavori di ricostruzione iniziati nel 2009, il lungolago di Malgrate è diventato un luogo moderno molto frequentato sia dai cittadini, sia dai turisti. In passato aveva una diversa fisionomia: vicino al molo vi era una spiaggia in ciottoli che scendeva a lago dove le donne venivano a lavare i panni e dove le barche venivano attraccate. Questo luogo, facente parte del vecchio nucleo, era tra i più vivi, in quanto la maggior parte delle attività venivano svolte lì.
Il molo e il porticciolo erano estremamente utilizzati, in quanto all’epoca la viabilità lacustre era maggiore. Molti malgratesi infatti lavoravano come barcaioli per trasportare le persone a Lecco e Parè.
CURIOSITÀ
Come racconta in una testimonianza Vittorio Vassena, memoria del luogo: “Poi c’era il lago dove si poteva pescare. Allora di pesce c’è n’era e bastava una cannuccia con l’amo per prendere le alborelle. Si passava il tempo e si portava a casa qualcosa. [Per fare il bagno] ci mandavano con un pezzo di sapone e la salvietta per evitare, almeno d’estate, di portare l’acqua su per le scale.[…] La navigazione a remi su lago era molto diffusa, ma i pochi che avevano la barca facevano i barcaioli e spesso la usavano per servizi di trasporto in modo di guadagnare qualcosa”.
FONTI
- Tiziana Rota “Malgrate da vivere, da conoscere da vedere”.
- Testimonianza Vittorio Vassena.
- Testimonianza Romolo Bonfanti.